I nasi già operati

Non tutte le ciambelle vengono col buco: capita di dover intervenire su nasi già operati. In genere perché il paziente non è soddisfatto, a volte per piccolissimi dettagli, altre per irregolarità molto evidenti.

Caso 1

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Una giovane ragazza operata ben 5 volte in tre anni da tre diversi chirurghi; il risultato è un naso ancora molto grosso anteriormente, con un dorso irregolare e punta all’ingiù.
Questo è successo perché a furia di ridurre le cartilagini per ottenere un naso piccolo, si è venuto a creare un tessuto di riparazione che, crescendo in maniera irregolare, ha determinato una protuberanza in eccesso.
L’intervento ha riallineato il tessuto in esubero, ottenendo un dorso regolare. Intervenire maggiormente sarebbe significato ripetere l’errore: ecco un caso in cui è meglio accontentarsi che eccedere (buon senso chirurgico).

Caso 2

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Operata 3 volte, permane una evidente illinearità della punta, determinata non da tessuti in eccesso (come nel caso 1), ma da fratture delle cartilagini.
L’intervento è consistito in innesti cartilaginei prelevati dal setto (ma in alcuni casi si prelevano dal padiglione auricolare) e nella ricucitura delle cartilagini fratturate, con un risultato più che soddisfacente.

Caso 3

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Operata due volte, persiste una columella lunga con narici pinzate. L’intervento ha accorciato la columella, ma soprattutto ha regolarizzato la punta per far si che il naso fosse meno “chirurgico” (ipercorretto).
In generale è valida la regola che bisogna vincere la prima battaglia: se non ottieni il risultato voluto con la prima operazione, con quelle che seguono potrai migliorare ma a scapito della naturalezza del naso.

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